Un Fiorino oggi per mille Fiorini domani
Storia del Fiorino d’oro a cura di Luca Giannelli
La Firenze del Fiorino
Alla metà del XIII secolo, Firenze, da un punto di vista urbanistico, era ancora racchiusa nella seconda cerchia di mura che coincideva con le attuali vie dei Benci e via Sant’Egidio, e, inglobando il Duomo e San Lorenzo, attraverso via dei Fossi, arrivava sino all’Arno. Di là dal fiume, da piazza dei Mozzi costeggiava la collina di Boboli e, attraverso Pazza Pitti, arrivava in via dei de’ Serragli. I ponti erano solo tre: Ponte Vecchio, Ponte da Rubaconte (ponte alle Grazie) e Ponte alla Carraia mentre il Ponte a Santa Trinita era ancora in costruzione. I grandi cantieri cittadini dovevano essere ancora deliberati e oltre alle antiche chiese, proprio in questi anni, si cominciava a costruire il palazzo del Capitano del Popolo ossia il Bargello. Alla fine del XII secolo, Firenze si era affermata come libero Comune, indipendente dal Marchesato di Toscana, mentre, all’interno della città, i due gruppi politici dei Guelfi e dei Ghibellini lottavano per l’egemonia politica. Nel 1250 un’insurrezione popolare mise fine al predominio ghibellino e si costituì un governo detto del “Primo Popolo” con una maggior presenza di mercanti e artigiani nella vita cittadina.
Il Fiorino d’Oro
La città di Firenze nel XIII secolo, avendo l’ambizione di diventare una tra le più importanti e influenti potenze economiche e commerciali in ambito europeo, aveva bisogno di una moneta propria e nel 1237 fu coniato in argento, il Fiorino Vecchio. Successivamente, nel 1252, dalla Zecca fiorentina “sgorgò come un piccolo sole” quello che sarebbe stato il simbolo del potere economico cittadino: il Fiorino d’oro. La moneta, raffigurante da un lato il giglio fiorentino insieme alla scritta “FLOR • ENTIA” e dall’altro l’effige di San Giovanni Battista, patrono della città con la scritta “S • IOHANNES • B • “, era in oro puro (24 Kt) e del peso di 3,536 grammi.
Il “Signore della Zecca per l’oro”, “estratto a sorte et fortuna” ogni sei mesi tra i membri dell’arte di Calimala, era incaricato a garantire la qualità della moneta e a sorvegliare l’operato della Zecca fiorentina, imponendo il proprio simbolo o stemma sopra l’indice alzato del Santo Patrono benedicente. Da qui il detto fiorentino “San Giovanni non vuole inganni”.
Nel 1345 la sede della Zecca era in piazza dei Signori, nei pressi dell’antica chiesa di San Pier Scherraggio ed aveva una torre, demolita nel 1363 per erigere la Loggia dell’Orcagna. La Zecca venne in seguito trasferita sull’Arno, adiacente alla torre situata nell’attuale piazza Piave. Il Fiorino d’oro fu abolito nel terzo decennio del XVI secolo con la caduta della Repubblica Fiorentina ed il rientro di Alessandro dei Medici come duca di Firenze. È sempre stato costume dei fiorentini donare il Fiorino d’Oro come simbolo di buon auspicio in occasione di una nascita accompagnato dall’augurio di “un fiorino oggi per mille fiorini domani”.
Le Arti fiorentine
Nel medioevo le Arti erano organizzazioni che riunivano artigiani e professionisti rappresentando l’espressione dell’imprenditoria fiorentina. Queste erano dirette dai Consoli, avevano dei propri statuti e stabilivano diritti e doveri degli iscritti. Ognuna aveva una propria sede, un santo patrono e un’insegna e, su tutte, soprintendeva il Tribunale di Mercatanzia. La presenza delle Arti a Firenze viene documentata già dalla metà del XII secolo. La più antica è l’Arte di Calimala, che riuniva i mercanti, controllava la Zecca dell’oro e organizzava i festeggiamenti in onore del santo Patrono.
Il controllo della Zecca dell’argento e della mistura era affidato, invece, all’Arte del Cambio. Le Arti, sette maggiori e quattordici minori, furono protagoniste della potenza economica e commerciale fiorentina e come tali ebbero sempre più importanza nella politica cittadina. Anche Dante Alighieri ne entrò a far parte iscrivendosi all’Arte dei Medici e degli Speziali. A partire dal 1282-83 la Arti maggiori dominarono stabilmente il governo cittadino di Firenze per quasi due secoli fino all’avvento della Signoria Medicea con la quale persero ogni potere politico. Furono abolite dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena nel 1780.
Mastro Adamo, il falsario
Il fiorino d’oro, diffuso in tutta Europa, attirò anche l’attenzione di numerosi falsari. Celebre è la storia di Mastro Adamo, ricordato da Dante nel XXX Canto dell’Inferno che lo colloca nella bolgia dei falsari dove viene sottoposto alla pena dell’idropisia che gli deforma il corpo gonfiandogli la pancia a dismisura.
Dante ne ebbe notizia quando in una cantina di Borgo San Lorenzo, in Firenze, a causa di un incendio, fu ritrovata una cassetta piena di fiorini d’oro falsi. Mastro Adamo fu istigato dagli avari fratelli Guido, Alessandro e Aghinolfo dei conti Guidi di Romena, signori dell’alto Casentino, a falsificare i fiorini togliendo tre carati d’oro dai 24 regolari (“e m’indussreo a batter li fiorin i / ch’avevan tre carati di mondiglia”) . Le monete false venivano poi spacciate da uno “spenditore” non solo a Firenze, ma anche in tutta la toscana, a Perugia e persino a Roma screditando così la rinomata moneta fiorentina. Mastro Adamo fu arrestato e arso vivo nel 1281. La condanna fu eseguita probabilmente a Firenze al fine di lavare l’onta sul luogo stesso dello spaccio, ma la tradizione popolare narra che i soldati guidati dal Bargello in persona, gli tesero un agguato al passo della Consuma, nella località chiamata ancora oggi Omomorto. Quando Adamo si accorse dell’imboscata, ingurgitò una boccetta intera di veleno che teneva sempre con sè, ma, senza nessuna pietà, sul luogo stesso fu preparato un rogo, dove fu arso ancora agonizzante e le sue ceneri sparse al vento.
Breve cronologia
- 1250 Governo di Primo Popolo
- 1252 Viene coniato il primo Fiorino d’oro
- 1255 Viene iniziata la costruzione del palazzo del Capitano del Popolo, oggi Bargello
- 1260 Battaglia di Montaperti
- 1279 Si inizia la costruzione della nuova chiesa di Santa Maria Novella
- 1282-83 Governo delle Arti
- 1285 Si inizia la costruzione dell’ultima cerchia muraria cittadina
- 1289 Battaglia di Campaldino
- 1293 Ordinamenti di Giustizia
- 1295 Si inizia la costruzione della nuova basilica di Santa Croce
- 1296 Posa della prima pietra della nuova cattedrale
- 1299 Posa della prima pietra di palazzo dei Priori
- 1300 Dante Alighieri è Priore delle Arti
- 1300 Primo Giubileo a Roma
- 1302 Esilio e condanna a morte di Dante Alighieri
- 1302 c. Muoiono Arnolfo e Cimabue
- 1321 Muore in esilio Dante Alighieri
- 1333 Alluvione a Firenze
- 1334 Inizio della costruzione del campanile di Giotto
- 1337 Muore Giotto
- 1343-46 Fallimento dei banchi dei Bardi e dei Peruzzi
- 1348 La peste a Firenze
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